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LETTERA APERTA DEL COMITATO VAL DI ZENA

Michele De Pascale – Governatore della Regione Emilia-Romagna
Fabrizio Curcio – Commissario Straordinario per la Ricostruzione

Gentile Presidente De Pascale,
Gentile Commissario Curcio,

Con questa lettera aperta, intendiamo portare alla Vostra attenzione una serie di questioni che riteniamo urgenti e rilevanti. A due anni dalla prima alluvione del maggio 2023, a otto mesi dalla seconda di settembre 2024, e a sette mesi dalla terza, ancor più devastante, dell’ottobre 2024 – eventi che hanno drammaticamente modificato l’assetto della Val di Zena, un territorio unico dal punto di vista ambientale, mettendo in ginocchio, economicamente e moralmente molte famiglie e intere comunità nei comuni di San Lazzaro di Savena e Pianoro – siamo ancora in attesa di vedere con i nostri occhi quel “cambio di passo” annunciato, che aveva fatto sperare in un mutamento rispetto a politiche del passato. Politiche che, nel nome della preservazione dell’ambiente e della tutela della flora e della fauna, hanno per decenni trascurato la manutenzione del territorio, contribuendo così alla mancata messa in sicurezza di un’area strutturalmente fragile, aggravando i danni provocati dalle alluvioni. Tutto ciò, nonostante le istituzioni fossero già a conoscenza – sin dai primi anni 2000 – delle criticità esistenti e della necessità di interventi urgenti, mai concretamente attuati.

Come cittadini residenti in Val di Zena, costituiti in Comitato, dopo essere riusciti ad ottenere l’avvio di uno studio idrologico e idraulico per la messa in sicurezza della valle, affidato all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) –autorevole centro di ricerca universitario della nostra regione in materia di Idrologia e Morfodinamica Fluviale – constatando con crescente preoccupazione e sgomento le incertezze decisionali e procedurali delle istituzioni competenti, i tempi dilatati di qualsiasi intervento utile, e l’attuazione di operazioni dall’utilità assai dubbia, mentre gli alluvionati affrontano una burocrazia mastodontica e ostile per accedere ai contributi, riteniamo non più rinviabile un intervento concreto da parte delle istituzioni competenti.


Per questo motivo, chiediamo che vengano adottate, con urgenza, le seguenti misure:

  • Assunzione di responsabilità e decisioni rapide da parte delle istituzioni competenti – in primis l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ADBPO) e la Regione Emilia-Romagna – per dare immediata attuazione ai primi interventi urgenti e del tutto ragionevoli già indicati dallo studio di UNIMORE, in particolare per i centri abitati di Botteghino di Zocca , Farneto 1 comune di Pianoro e Farneto 2 comune di San Lazzaro di Savena .
  • Entro l’inizio dell’estate, avvio effettivo dei lavori con mezzi meccanici in più tratti dello Zena, da finanziare con i fondi per l’urgenza, al fine di aumentarne la portata, ripristinare la larghezza naturale dell’alveo e, ove necessario, abbassarne il letto nei punti in cui decenni di eventi di piena lo hanno innalzato;
  • Attuazione di interventi di protezione spondale, soprattutto nelle aree urbanizzate;
  • Completamento della ripulitura del letto del torrente da alberi e ramaglie abbandonate, e la liberazione delle arcate dei ponti ostruiti da decenni;
  • Messa in sicurezza quanto prima della SP 36 Val di Zena, restituendole la dignità di strada provinciale, e l’intervento sulle numerose frane e smottamenti che ne compromettono la sicurezza e la percorribilità;
  • Rapida conversione in legge del decreto contenente le misure urgenti a favore dei territori colpiti dalle alluvioni del 2023 e 2024, con un testo che includa:
    • una significativa semplificazione e accelerazione delle procedure per accedere ai contributi;
    • il coordinamento delle procedure relative agli eventi alluvionali del 2024 con quelle del 2023, riconoscendo la somma dei danni subiti,
    • la revisione del requisito della conformità edilizia, limitandolo alla parte dell’immobile effettivamente danneggiata dall’alluvione e per cui si richiede il contributo;
    • il riconoscimento dei costi per miglioramenti apportati per prevenire futuri eventi alluvionali, almeno in misura corrispondente al ripristino della situazione preesistente;
    • l’esenzione dall’IMU per i cittadini che, a seguito di ordinanza di inagibilità, sono stati costretti a lasciare la propria abitazione principale.

Confidiamo che queste richieste – legittime e pienamente motivate – vengano da Voi prese nella giusta considerazione e si traducano in risposte concrete e tempestive, nella convinzione che solo attraverso un dialogo costruttivo e azioni efficaci sia possibile rispondere in modo adeguato alle legittime esigenze della collettività.

Interventi rapidi ed efficaci sono indispensabili per restituirci la tranquillità perduta e mettere finalmente in sicurezza un territorio straordinario e fragile come quello della Val di Zena.

Vivere in un territorio sicuro è un nostro diritto.

Questa lettera aperta è accompagnata e sostenuta da 3.707 firme raccolte tra i residenti della Val di Zena, oltre che da numerosi cittadini della Città Metropolitana di Bologna e di altre zone, che esprimono solidarietà e sostegno alle preoccupazioni e alle ragioni espresse dagli abitanti di tutta la Valle.

Le firme, raccolte nei giorni scorsi, saranno consegnate il giorno 4 giugno 2025 alle ore 12:30 presso la sede della Regione Emilia-Romagna, in Via Aldo Moro 50, all’ufficio protocollo del Presidente della Regione Emilia-Romagna.

Le sottoscrizioni sono contenute in 296 moduli, ciascuno con circa 15 firme.

Le firme sono tutelate ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo n. 679/2016 (GDPR).

Val di Zena, 17 maggio 2025

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