Il 26.06.2025 Claudio Pasini (Coordinatore del Comitato Val di Zena ) in parte ha partecipato all’incontro tra Regione con ARPAE, Autorità di Bacino distrettuale del Po, Comuni di San Lazzaro di Savena e Pianoro, prof. Orlandini di UNIMORE.
Scopo dell’incontro: cosa si può ed è possibile fare per ridurre i rischi idraulici ed idrologici al Farneto, Botteghino e in tutta la Val di Zena.
ADBPO E ARPAE non paiono avere ancora idee chiare su come, dove e quando intervenire e con quali interventi nel fiume. Unica nota positiva l’annuncio che per interventi nello Zena sono stati stanziati e disponibili 2 milioni, ma non è stato detto per fare cosa e dove. Orlandini ha presentato i risultati del suo studio, relativamente ai 4 interventi stralcio per le zone abitate di Botteghino e Farneto e le indicazioni sul da farsi.
Fermi restando i lavori affidati all’impresa Marchesi PER 1.450.000 euro da utilizzare entro settembre per l’allargamento del fiume al Farneto, che inizieranno a brevissimo (lunedì o martedì) ed il ripristino della massicciata, che non sarà però alzata in altezza, ADBPO e ARPAE non paiono condividere l’analisi di Orlandini su un punto. Orlandini infatti ha previsto lavori da fare nel fiume affinché questo contenga le acque di ottobre 2024: 411 m3 al secondo. ADBPO assieme ad ARPAE considerano invece un parametro molto più ridotto: 280 m3 di acqua al secondo al secondo. Perché? Ritengono infatti che la quantità d’acqua che Orlandini intenderebbe far defluire nel fiume (quella di ottobre 2024) senza che fuoriesca, creerebbe problemi a valle dello Zena. Conseguenze: interventi infrastrutturali sul fiume, secondo la visione di ADBPO potranno ridurre il rischio idraulico rispetto alle piene di maggio 2023 e settembre 2024, ma non per quella di ottobre 2024. Quindi:
- Secondo le prime risultanze dello studio UNIMORE esistono soluzioni locali per mettere in sicurezza la popolazione rispetto a eventi come quelli del 2023 e 2024,
- È stato pertanto richiesto a Orlandini di verificarne la compatibilità con la sicurezza di territori e fiumi a valle dello Zena e questi risultati dopo l’estate saranno disponibili,
- Ho avuto l’impressione che le diverse parti coinvolte (in primis ARPAE e ADBPO) siano, almeno in parte, in competizione per tutelare i rispettivi ruoli, oltre che giustificare interventi fatti e non fatti in passato,
- UNIMORE ha individuato soluzioni orientate alla sicurezza di tutti gli insediamenti abitativi e presenterà quindi in autunno un’analisi volta a dimostrare che tali soluzioni non aggravano la situazione a valle.
Orlandini pensa che la capacità di espansione dello Zena vada potenziata, ma non nei quartieri residenziali. Le zone residenziali non possono infatti essere utilizzate come casse di espansione. Lì l’acqua va tenuta nel fiume.
Orlandini valuterà infine utilità fattibilità e dimensioni che dovrebbe avere un’eventuale cassa di espansione in Val di Zena, intervento nel quale lui non pare credere perché ritiene che le casse di espansione siano utili solo quando di dimensioni notevoli e, in ogni caso, non sostituiscono le sistemazioni proposte,
- I primi interventi proposti sono comunque quelli delle foto allegate.
- Sia chiaro però che il progetto UNIMORE non ha alcun potere di controllo sugli interventi che verranno effettivamente attuati nel breve medio lungo periodo, di competenza di ADBPO, REGIONE E ARPAE, d’intesa con i Comuni.
Per il Botteghino di Zocca sia Claudio che Pietro per impegni improrogabili , sono arrivati ad incontro quasi terminato e non hanno informazioni dettagliate.