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IL COMITATO VAL DI ZENA HA PARTECIPATO ALLA LEZIONE MAGISTRALE DI GÜNTER BLÖSCHL: “RISCHIO ALLUVIONALE – DALLA VISIONE GLOBALE ALLA SOLUZIONE LOCALE”

Ieri, in rappresentanza del Comitato Val di Zena, ho partecipato alla Lezione Magistrale dell’ingegner Günter Blöschl, esperto di fama mondiale nel campo delle piene fluviali e delle risorse idriche. Blöschl, ingegnere civile e ambientale, ha assunto il suo incarico il 31 dicembre 2024, mantenendo la doppia affiliazione con la Vienna University of Technology, sua Alma Mater. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali per le sue ricerche nel campo della gestione del rischio idraulico.
È stata una lezione istruttiva, coinvolgente e ricca di spunti. L’ingegnere ha illustrato le ragioni per cui spesso i mega-eventi alluvionali vengono sottovalutati o ritenuti improbabili, sottolineando come il rischio alluvionale in Italia stia cambiando, in particolare a causa di:
Variazioni dell’intensità e frequenza delle precipitazioni;
Aumento delle precipitazioni giornaliere intense nei grandi bacini;
Ancora più rilevanti – ma meno documentate – le precipitazioni intense di breve durata (orarie), che colpiscono in modo particolare i bacini più piccoli, come quello dell’Idice, di cui fa parte anche il torrente Zena.
La prevenzione è la chiave
Blöschl ha sottolineato come il cambiamento climatico non sia l’unico fattore di rischio, e ha ribadito con forza che investire in prevenzione paga: ogni euro investito equivale a 10 euro risparmiati in termini di danni evitati.
Le strategie di prevenzione devono comprendere:
Infrastrutture adeguate;
Pianificazione urbanistica consapevole;
Previsioni idrologiche avanzate;
Manutenzione costante dei corsi d’acqua;
Esercitazioni frequenti.
Strutture idrauliche e soluzioni locali
Si è parlato inoltre di:
Invasi di laminazione, efficaci in caso di piene di breve durata, ma poco utili per eventi di lunga durata;
Casse di espansione, che funzionano bene se di grande capacità e in linea, e che non sarebbero consigliabili per un territorio come la Val di Zena;
Il dragaggio di fiumi e torrenti, come strumento per ridurre la portata di piena.
Cultura del rischio e ruolo dei cittadini
Un aspetto centrale è stato il tema della cultura del rischio, dove i cittadini diventano protagonisti. La prevenzione parte dal basso:
I cittadini sono il primo anello della catena di sicurezza;
La consapevolezza aiuta a evitare comportamenti pericolosi;
Scuole, comunità e campagne informative sono fondamentali per la diffusione della conoscenza del rischio;
Le esercitazioni devono essere periodiche e partecipate.
Strategie locali, soluzioni efficaci
Ogni territorio ha le sue specificità: serve un approccio personalizzato, basato su dati scientifici e conoscenza locale. Le decisioni devono essere guidate dalla scienza, ma anche condivise con le comunità e le istituzioni ed enti
Dopo due anni di lavoro all’interno del Comitato Val di Zena e per le mie conoscenze acquisite   posso affermare che le idee, gli studi e le soluzioni proposte dal Prof. Blöschl sono in linea con quanto emerso anche nel lavoro del Prof. Ing. Stefano Orlandini.
Alla lezione erano presenti accademici, studenti, tecnici, rappresentanti di enti, istituzioni e alcuni comitati, era presente anche il  il Proff. Ing. Orlandini di Unimore .

Pietro Latronico
Portavoce del Comitato Val di Zena

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